Solitamente in questa rubrica scegliamo opere relative ad altri contesti, presentate originariamente per altre circostanze, ma in questo caso abbiamo scelto un’opera appena realizzata e relativa a questo periodo anche negli intenti dell’artista. Volevamo vedere come anche nell’arte questa crisi sta avendo effetto, cercando un’opera che riflettesse i movimenti che stanno nascendo anche in ambito artistico.

Emil Lukas ha lavorato con l’idea dell’intreccio di fili diversi in altre circostanze, ma quest’opera, nata proprio in questo momento di crisi che stiamo attraversando, è secondo noi estremamente simbolica nel riprendere le interazioni e gli intrecci di relazioni tra le persone.

L’abbiamo scelta per parlare di crisi per il significato duplice della parola insieme di problema e opportunità, che si manifesta in quest’opera in modo molto esplicito: nella sua semplicità di ammasso di fili, si scopre che, applicandolo a questo contesto, un filo rappresenta molto di più di quello che è. Le intersezioni che si creano, formando spessori o spazi vuoti, riprendono le relazioni che intraprendiamo con altre persone nel mondo, con tutte le problematicità e le opportunità (spessori e spazi vuoti) che queste portano. 

Mai come in questo periodo l’interconnessione e le relazioni si sono fatte di fondamentale importanza nelle nostre vite, mai come in questo periodo ne abbiamo sentito la mancanza e la forza allo stesso tempo

“I currently feel the events of humanity compressing down to collective thought” (“In questo momento sento l’umanità ed i suoi avvenimenti comprimersi fino a diventare un pensiero collettivo.”, traduzione nostra)

Emil Lukas

L’opera è intitolata One of Two Worlds (letteralmente: “uno dei due mondi”) e ci piace pensare che sia riferito al mondo prima di questa crisi e il mondo che sarà dopo questa crisi. Come abbiamo espresso più volte in queste settimane, vorremmo che il risultato di tutto quello che in questo periodo abbiamo dovuto affrontare sia un mondo diverso dal precedente, più attento ai bisogni di tutt*, più amorevole nei confronti della natura, più consapevole delle dinamiche tra le persone. Vorremmo che quello che quest’opera simboleggia, un mondo possibile, fatto di relazioni e intrecci, di singole individualità che esistono solo come risultato di sovrapposizioni, fosse quello che l’umanità sceglierà di portare avanti nella ripresa da questo periodo così difficile.

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