Dopo il periodo di grave crisi sanitaria, politica e sociale provocata dal diffondersi del COVID-19, la domanda sulla bocca di tutti è “come ne usciremo?” e le risposte istituzionali sono state drammaticamente diverse dalle risposte cittadine collettive. 

La regione Lombardia ha promosso la ripartenza con un video uscito a fine aprile che mostra, accompagnato da una musica suggestiva, campi di intervento relativi solo a industria metalmeccanica, agricoltura intensiva, artigianato, edilizia, sanità, e qualche rider che non ci sta mai male. Non si parla di scuola, di giovani, di editoria, di cultura, di moda, di università, di ambiente. Non si ammettono errori del passato, paure, problemi da risolvere. L’immagine che viene ritratta delle priorità della regione Lombardia è allo stesso tempo agghiacciante e prevedibile. Il video apre con la frase “ci siamo accorti di cosa abbia davvero valore” inquadrando in primo piano il volto di un signore anziano; si continua dicendo: “ricordiamo cosa abbiamo imparato”, con immagini di bambin* che si lavano le mani e persone che mettono mascherine. Ma davvero quello che abbiamo imparato è che dobbiamo curare di più l’igiene personale? Davvero, in questo paese, il valore massimo è rappresentato dalle persone anziane? E’ palese che le vittime del COVID-19 siano state prevalentemente loro ed è altrettanto palese che nessun* voglia auspicare la morte o l’abbandono di questa categoria di persone, ma l’esclusione totale dei giovani (un ritornello già ben conosciuto dell’Italia) è il sintomo di una malattia che assale questo paese da ben prima del COVID, ossia l’incapacità della classe dirigente di farsi da parte e di investire sul futuro. Dopo questi mesi durissimi di insicurezze e paure, tutto ciò è ancora più frustrante.

Se vogliamo poi addentrarci nella questione di genere e di etnia, abbiamo contato le donne presenti nel video ed escludendo persone anziane e bambine, sono in tutto cinque: solo una di loro è inquadrata mentre lavora, è un’infermiera. Le altre persone presenti nel video appaiono uomini intenti a lavorare o nelle industrie e nell’agricoltura o con la tecnologia. Non compare poi nemmeno una persona nera o non bianca. E’ questo il ritratto del futuro della Lombardia?

La collettività si è espressa in modo molto diverso dalle istituzioni in questi mesi, portando alla luce un altro tipo di narrazione che pone al centro del dibattito pubblico le questioni davvero urgenti, questioni a cui la regione si è dimostrata completamente cieca. Dall’inizio di giugno, a Milano ci sono state molteplici manifestazioni, flash mob e presidi, sia di categoria che non.

Queste sono solo alcune delle più partecipate proteste organizzate a Milano, ed evidenziano le problematiche vere e profonde che non stanno venendo affrontate da chi ha il potere per farlo. Collettivi come ZAM hanno provato a riproporre una narrazione più fedele alla realtà modificando il video della regione Lombardia ed esponendo esattamente quelle problematicità di cui le proteste si fanno portavoce. 

La ripartenza che vogliamo non è la riproposizione della situazione precedente al coronavirus e nemmeno un attaccamento a industrie che chiaramente non rispondo più alle esigenze dell’emergenza climatica di cui, e vogliamo sottolinearlo, nessuno ha parlato in questi mesi. Per parafrasare le parole della pensatrice femminista Roxane Gay sul New York Times [1], prima o poi un vaccino per il COVID-19 sarà scoperto, ma noi saremo ancora qui ad aspettare che venga trovato un vaccino contro il razzismo sistemico, l’emergenza climatica, e contro un’Italia che non è fatta a misura delle persone giovani. 

Ripartire significa imparare dagli errori precedenti per non riproporli nel futuro, anticipare le problematiche che si sono già riscontrate, e fare più attenzione agli aspetti troppo spesso ignorati. Ripartiamo, sì, ma ripartiamo affrontando con rabbia positiva e propositiva i veri problemi, quelli profondi, quelli che ci fanno paura, quelli che ci richiedono uno sforzo di immaginazione collettivo per un futuro davvero migliore. 

[1]  Gay, Roxane. “Remember, No One Is Coming to Save Us” (30 maggio 2020)

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