di Matilde Cesareo
Artista cubano migrato negli Stati Uniti per portare avanti la sua arte, Félix Gonzales-Torres era un uomo gay malato di AIDS in un momento storico in cui la malattia era ancora molto sottovalutata e piena di stigma (non che adesso lo stigma non sia ancora presente, purtroppo).
Molte delle sue opere d’arte ci fanno rivivere la sua storia d’amore con il compagno Ross, morto prematuramente della stessa malattia.
L’opera di cui vi parlo oggi è proprio un omaggio a Ross e, come dice il titolo, è un vero e proprio ritratto. Infatti, si tratta di un mucchio di caramelle colorate di 80 kg, il peso di Ross il giorno in cui morì. Durante il giorno, lu visitatoru possono prendere una caramella, mangiarla o portarla via con sé, ma a fine giornata il mucchio deve essere ricreato avendo lo stesso peso. In questo modo, caramella dopo caramella, il pubblico porta via un pezzetto di Ross, come ha fatto malattia sul suo letto di morte. Ma, nel contesto dell’installazione, il giorno dopo Ross ritorna lì, pronto per farsi mangiare a poco a poco. Moderno Prometeo ma senza colpa, fenice di zucchero, Ross se ne sta in un angolo della mostra ma pezzetto per pezzetto entra a far parte anche di ogni persona che assaggia una caramella e rinasce ogni giorno dal vuoto che rimane.
Ho scelto quest’opera per concludere il percorso sull’eroismo, perchè non c’è niente di più eroico che mettersi al servizio del pubblico per farsi lacerare a ogni morso e, d’altra parte, senza l’intervento della collettività quest’opera non avrebbe niente di eroico. Se le persone non potessero partecipare, l’opera non sarebbe viva, ma sarebbe solo un monumento alla memoria di un uomo morto di AIDS. Invece, è proprio grazie alla partecipazione di tuttu che un semplice mucchio di caramelle si anima e prende vita, rendendo la rinascita di Ross un atto eroico collettivo.