di Marco Bacchella
Dentro ramispogli c’era altro: la curiosità ormai mi si era montata e, seppure le mie iniziali reticenze nell’immergermi in un ambiente che inizialmente mi aveva danneggiato, notai immediatamente il clima differente di quel sito rispetto al forum dei brutti, quindi decisi di non limitarmi alle 2000 parole che vedete appena qui sopra. Decisi di rimanere. Mi misi il completino da antropologo, cappellino incluso, e mi feci un account. Benvenuti alla seconda parte dell’articolo.
Diario di “campo”: 21:51, 31/10/20. Mi sono iscritto a ramispogli. Un username tranquillo che ho usato dappertutto. marcobacchella, tutto minuscolo. nomecognome sarebbe stato troppo scontato. Ho risposto al thread spiegando chi fossi e cosa stessi facendo e, in attesa di risposte, mi misi a spulciare altri thread.
La percezione che gli utenti di ramispogli hanno dell’androsfera è che sia in un costante stato di guerriglia: I MGTOW accusano gli incel di venerare le donne senza che queste si meritino questa venerazione (ricordo che i MGTOW ritengono di potersi sottrarre dall’altro genere) e gli incel accusano gli MGTOW di essere o incel in denial, ovvero che fanno finta di non essere nella condizione di incelness, come se il loro rifiuto delle donne fosse una scelta effettivamente loro. Come concepiscono la scelta è peculiare: questa dovrebbe essere alla base del libero arbitrio e del libero esercizio delle proprie facoltà.
Sia gli MGTOW sia gli Incel vengono attaccati dagli MRA, o Men’s Rights Activists, anche qui identificati come spaventapasseri dialettici come con il femminismo, poiché agli occhi di questi attivisti le due categorie sopracitate sono soggetti passivi dell’androsfera e quindi non utili alla causa.
Con le informazioni ora in mio possesso è relativamente facile vedere il primo cambio di rappresentazione dell’androsfera. Durante il primo articolo pensavo che l’androsfera si formulasse in questo modo:
Mentre ora, è evidente il tipo di frammentazione che all’interno dell’androsfera si percepisce:
Questo tipo di frammentazione non è ben vissuta degli utenti, che portano l’esempio di come il femminismo sia in realtà più unito:
Anche qua è difficile intuire cosa intendano con “femminismo”: a me giunge nuova l’informazione che questo sia unito. Il tipo di femminismo che frammenti propone non è sicuramente accettato da tutte le persone che si autoascrivono come femministe. Per quanto mi sembra strano scriverlo, la Rowling è una femminista, una TERF per l’esattezza, diario di campo: bisogna cominciare a usare il termine FART? È la roba PC da fare no?, che non apprezzerebbe sicuramente il femminismo intersezionale a cui io, maschio bianco cis, mi autoascrivo. Non tutte le TERF apprezzerebbero la mia inclusione in un collettivo femminista, figuriamoci il fatto che io abbia un ruolo attivo come articolista. Per chi non fosse al corrente di tutti i termini, per TERF si intende Trans Exclusionary Radical Feminism, ovvero una tipo di femminismo che si basa sull’assunto teorico che genere e sesso sono radicalmente (scusate la battuta) connessi, assunto che non è obbligatoriamente legato a tutti i tipi di femminismo. Alcuni celebri gruppi TERF, ad esempio, si definiscono gender critical (pozione che, tra l’altro, condividono gli MRA), ovvero credono che il genere non esista: il femminismo, riporta il post pinnato di Female Matters del 16 agosto 2020, riguarda le donne e le donne sono esseri umani di sesso femminile che a causa del SESSO ricevono oppressione.
Quando ho chiesto di più in merito alla percezione del femminismo, un amministratore del sito è stato molto gentile nel rispondermi: per quanto riconosca l’assoluta frammentazione dello scenario del femminismo odierno, riconosce anche che il frangente liberal del femminismo è supportato dall’establishment e dai mass media. Ogni politico liberale ha utilizzato il termine femminista per descrivere o giustificare alcune sue affermazioni o mosse politiche mentre nessun politico, a quanto dice questo utente, ha mai mostrato supporto per le dinamiche dell’androsfera. Mi cita l’esempio di Pillon e di qualche cattolico che ha mostrato supporto per i padri divorziati, ma il sottotesto mi informa che non è ovviamente sufficiente. Spinto ad approfondire ancora di più, questo utente ha identificato questo femminismo come quel femminismo pop e capitalista che in casa mia è principale indirizzo di dissing: Freeda e una nota influencer con il nome senza vocali, ma anche l’universo radfem che collassa e si unisce, nella loro percezione, all’interno di un unico spazio mentale. Anche la destra radicale sembrerebbe mostrare e supportare cause femministe che, a sua detta, mirano alla sovversione del rapporto di potere che gli incel identificano come impari.
Un altro utente, nel mentre, stava commentando il modo in cui frammenti si definisce:
Diario di campo: potrei spendere ore a parlare del pepe, ma questo testo è già abbastanza dispersivo così.
L’attuale stato delle cose, secondo alcuni utenti di ramispogli ma anche secondo molte persone della comunità incel in senso più esteso, è dovuto a due fattori principali: l’aumento della sfera d’influenza del femminismo e i mass media. Per spiegare come questi ultimi abbiano influenzato le ultime due generazioni di donne alcuni utenti creano una vera e propria antropologia delle donne, non diversamente da quanto io non stia facendo in questo momento con loro.
I mass media andrebbero a influenzare il lato emotivo del cervello delle donne, che, sostiene un utente, è più facilmente malleabile rispetto a quello maschile: attraverso le serie TV americane, specialmente i teen drama americani, si andrebbero a creare concetti e categorie che poi le donne dovrebbero seguire e desiderare. I ruoli e i topos di questi film e di queste serie TV infatti andrebbero a creare l’inegualità che gli incel subiscono nella vita reale. L’egemonia americana è associata a una forma di propaganda da diversi utenti: da lì avanti nel thread si forma un interessante parallelismo tra la propaganda americana proposta e la propaganda che Mediaset, al tempo Fininvest, creava attraverso l’entertainment e il culto della personalità del proprietario, quello che, tra l’altro, ora è coinvolto con il femminismo liberal attraverso sua figlia.
L’utente che ha condiviso questo ragionamento dimostra di riconoscere il peso non influente che questi strumenti hanno nella vita di un adolescente, e forse ironicamente ci sono molti punti che un’attivista femminista anticapitalista condividerebbe in questa decostruzione. La costruzione ideologica è appena successiva: l’egemonia e la propaganda americana, associata alla creazione dei ruoli di genere proposti all’interno dei teen drama proverebbero l’infettività dei concetti che andrebbero a destabilizzare il rapporto naturale e sociale uomo/donna. I mass media, i social media e le dating apps sarebbero tutti strumenti per la dissoluzione delle possibilità di accoppiamento, riproduzione e socializzazione degli incel. I mass media farebbero leva sulla propensione naturale al dramma personale delle donne, radicando e cementificando una percepita differenza biologica.
Gli incel non sono la prima società o comunità a proporre una differenziazione caratteriale o dei ruoli di genere basata sulla percezione di una differenza biologica. Molte società creano narrative per l’esistenza dei ruoli di genere in argomentazione alla loro stessa esistenza. Io però ho un approccio contrario. Le differenze biologiche vengono evidenziate e sottolineate dall’esistenza di canoni sociali che ci spingono a vedere le differenze biologiche tra due individui con assegnazioni differenti alla nascita.
Il condizionamento dei mass media porterebbe le donne a volere soltanto uomini normativamente belli ed estromettere tutti quelli che non rispettano i canoni di bellezza propagandati dalle serie TV. Il condizionamento però non è questione solamente femminile: i maschietti sarebbero condizionati tanto quanto le donne, soprattutto per quanto riguarda l’attrazione e la masturbazione: la categoria MILF, ad esempio, sarebbe un’opera di marketing. Non c’è nulla di attraente, secondo alcuni utenti, in una donna sopra i 25, dopo i 40 poi le donne sarebbero esseri informi inutili alla società umana. Il ruolo sociale delle donne è quindi definito in modo biologico, l’utilità è solo definita dall’aspetto fisico di una donna.
Diario di campo: è quasi ironico come evidenzino l’infettività e la dannosità di questi concetti in questo caso ma non notino come tutti i concetti lo siano, anche i loro.