di Marco Bacchella
Il “fat talk” è un fenomeno sociale analizzato da Mimi Nichter, che ha analizzato come le adolescenti americane siano, essenzialmente, ossessionate dal loro aspetto fisico. Il cinema, le riviste e la televisione propongono degli standard di bellezza che rappresentano la donna ideale: alta almeno un metro e settantatré, capelli lunghi e biondi, gambe lunghe, ventre piatto e carnagione chiara. Il fattore chiave a quanto pare è il peso, perché collegato all’esser magri c’è la felicità e la popolarità, riscontrabili nel gruppo sociale. Le compagne ritenute grasse erano giudicate, in quanto l’esser grasse era visto come collegato ad una scelta: la scelta di esser pigri e di non migliorarsi. È quasi ritualistico il modo in cui alcune conversazioni prendono luogo: una ragazza, solitamente non grassa, dice “sono così grassa” davanti alle amiche, e le amiche risponderanno che non lo è, che in realtà non è grassa. Quello che fanno quando dicono di esser grasse è ricercare un tipo di sostegno sociale all’interno del gruppo: anche le ragazze normopeso in realtà tendono a partecipare a questi discorsi per peer pressure, in quanto hanno paura che la non partecipazione a questo rituale fosse un vanto.
I discorsi sulla fat talk riguardano, spesso, le diete. Questi discorsi però non sono seguiti dall’applicazione pratica. Il fat talk, per Mimi Nichter, mostra la tendenza che le donne occidentali e caucasiche hanno nel sottoporre sé stesse e la propria immagine corporea a continue valutazioni esterne.
Quando, per la prima volta, mi approcciai ai vari thread delle valutazioni, comuni all’interno del FDB, non avevo i giusti strumenti per analizzare la cosa. I pochi utenti che facevano vedere le proprie facce erano normativamente normali: rintracciavo quindi l’esistenza della scala di valutazione come una semplice ossessione di carattere personale e di carattere personale era la risposta di miglioramento continuo, spesso anche soltanto teorico, che si davano l’un l’altro.
In questo caso si tratta di un thread sul FDB, aritmeticamente parlando, in data della scrittura, ancora il forum più popolato, ma questi thread sono abbastanza comuni in molti dei forum che a questo punto avevo imparato a masticare. Una delle risposte è la seguente:
Sei un 7- sbarbino perfetto per le tue coetanee. Probabile che se non scopi è colpa del basso status instacuck, giro social e tutte ste puttanate di voi zoomer. Brutto non lo sei. Anzi.
Al massimo sei un pochino beta-percepito ma manco troppo considerati i nuovi standard della tua etá. Vai tranquillo.
Cresci, ingravidale, abbandonale.
Ne hai i mezzi.
Il basso status sarebbe fattore base per il quale quel ragazzo non starebbe scopando, e l’OP, ovvero il ragazzo stesso, risponde che non è il caso, perché il padre fa dal mezzo milione al milione di euro all’anno, quindi sicuramente non si tratta di una questione economica. Altre risposte da altri utenti gli davano un 6, in quanto poco virile.
Altri thread erano creati da utenti preoccupati di star agando: questo è un altro di quei termini relativamente oscuri, anche per colpa del frequente uso di neologismi creati ad hoc da sfere linguistiche e lingue differenti. Dalla foto e dalla conversazione che ne è seguita però si può intuire il significato. La AGA è l’androgenetic alopecia, ovvero la calvizie maschile. In questo thread specifico l’utente era preoccupato di star recedendo coi capelli. La preoccupazione era così tanta che il messaggio seguente dell’OP, una volta ricevuta conferma della sua condizione dagli altri utenti, è stato: “Mi ammazzo allora, sono senza soldi, non avrei neanche il denaro per prendere i prodotti”. Gli altri utenti l’hanno rassicurato, consigliandogli di prendere il Proscar in farmacia per mantenere bassi i costi e per rallentare l’eventuale perdita di capelli.
La preoccupazione per i capelli è legata al fatto che, comunemente ad altri gruppi sociali, i capelli sono un indicatore non indifferente di status e di salute, e all’interno dell’ottica incel questi diventano parte delle caratteristiche che ti fanno scopare o meno.
Altre valutazioni si richiedono proponendo foto pesantemente modificate con i programmi di modifica grafica, e queste immagini vengono definite morph: in questi thread si elencano le modifiche apportate alla foto e ci si scambia consigli per ottenere quel risultato attraverso la chirurgia estetica, per lo più.
La maggior parte dei thread sulle valutazioni però sono riservate ad attori, attrici, personalità più o meno note di internet e dei media in generale e addirittura una foto di Stalin da giovane: le forme di queste persone vengono analizzate utilizzando gergo altamente specifico e spesso difficilmente legato a caratteristiche fisiche effettive della persona in questione. Mento retruso, CT positivo, malocclusione scheletrica: questi termini li ho dovuti chiedere a mio padre, chirurgo odontoiatrico, perché non c’è modo che una laurea in filosofia mi prepari a sta roba. E anche lui ha avuto problemi con CT positivo. Ora, mio padre mi ha anche provato a spiegare cosa volessero dire queste cose, senza particolare successo tra l’altro, ma la questione è un’altra: è linguaggio altamente specifico che appartiene alla sfera semantica della medicina.
L’ossessione che questi individui hanno è quindi molto simile a quella che le adolescenti americane hanno nei riguardi del proprio corpo: altezza, forma fisica, tono muscolare e capelli sono solo alcuni dei punti che hanno in comune, ma come nel caso delle adolescenti americane spesso il problema sono gli standard di bellezza assorbiti dagli individui stessi. Questi standard di bellezza sono così radicati che, alle mie domande su che importanza avessero effettivamente, un utente mi rispose in questo modo: